
I racconti
delle escursioni letterarie
Dalla cima dell’ulivo li vedevo seduti nel prato. Chissà perché se ne stavano lì, fermi, con uno strano oggetto in mano. Le prede perfette da pungere: statiche, assorte, non attente a me. Eppure non avevo voglia di pungerle. C’era qualcosa in loro che non avevo mai visto, forse nei loro occhi. Le persone che vengono in questo campo di solito fanno cose diverse: lavorano, raccolgono le olive, camminano velocemente, fanno l’amore. E loro, ho voglia di pungerle. Questi invece… parlano. Non capisco cosa si dicono, ma percepisco che è importante. E allora li lascio fare. Noi api, se parliamo, lo facciamo con un intento ben preciso; sempre operose, mai futili. Loro perdono tempo. Eppure sembra piacevole. Quindi li lascio fare.
Desi Sabatini
25/07/25
Mi ricordo di quattro amici al bar. Tre erano arrivati insieme e non avevano aspettato il quarto per fare colazione perché erano troppo affamati; avevano passato la notte in bianco e l'odore delle paste delle 6.30 del mattino era troppo invitante. Uno dei tre ne prese solo una mentre gli altri due ne divisero anche un'altra oltre alla propria. Dopo un po' arrivò l'ultimo amico insieme ai colleghi di lavoro. Il bar si affollò e si diffuse un chiacchiericcio pieno di vivacità. Il ragazzo raggiunse i suoi amici e raccontò loro come era andata la prima parte del lavoro. Poi ordinò un bicchiere di latte e mentre lo beveva gli si versò macchiandogli la divisa di lavoro. L'amica lo guardava e sorrideva, pensando a come fossero strani e belli i venti anni, quando ti affacci all'età adulta e al mondo del lavoro, ma ancora ti sbrodoli nel bere un bicchiere di latte. Mi ricordo di quattro amici al bar, ognuno con i propri pensieri e vissuti, ma uniti da un affetto reciproco che li avrebbe accompagnati per il resto della vita.
Greta Diodato
25/07/25